Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione della prova indiziaria, ai fini dell'accertamento della responsabilità penale, deve essere condotta dal giudice di merito secondo criteri di logicità e razionalità, verificando che gli elementi probatori, singolarmente considerati, presentino il requisito della certezza e che, nella loro visione unitaria, conducano necessariamente all'attribuzione del fatto all'imputato, senza che sia consentito al giudice di legittimità di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o travisamento della prova. Il giudice di merito deve altresì motivare adeguatamente il diniego delle circostanze attenuanti generiche, anche in assenza di elementi positivi a favore dell'imputato, ove ritenga la gravità del fatto e la personalità del reo tali da escluderne la concessione. L'inutilizzabilità delle intercettazioni, per violazione della disciplina di cui agli artt. 267 e 268 c.p.p., è esclusa qualora il decreto di proroga, pur formalmente tardivo, contenga comunque la motivazione sulla sussistenza dei presupposti di urgenza e indispensabilità delle operazioni, in conformità ai principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità.