Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La compatibilità paesaggistica di opere edilizie realizzate in assenza di autorizzazione in aree sottoposte a vincolo paesaggistico deve essere valutata dall'autorità statale di tutela (Soprintendenza) in modo autonomo e discrezionale, tenendo conto della vocazione agricola e rurale del contesto territoriale tutelato, anche in presenza di un parere favorevole dell'amministrazione comunale. L'autorità statale può legittimamente ritenere incompatibili con l'interesse paesaggistico opere di carattere industriale e produttivo che, per la loro morfologia e dimensione, risultino in contrasto con i valori ambientali e paesaggistici tutelati dalla normativa e dagli strumenti di pianificazione paesistica, senza che tale valutazione possa essere sindacata nel merito dal giudice amministrativo, se adeguatamente motivata. Il termine perentorio di 90 giorni per il rilascio del parere di compatibilità paesaggistica, previsto dalla legge, ricomincia a decorrere dalla data di ricezione della richiesta di riesame da parte dell'amministrazione comunale, a seguito di annullamento giurisdizionale del precedente parere.