Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38501 del 10 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:38501PEN

Massima

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La partecipazione ad associazione mafiosa, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., non richiede necessariamente la formale "dichiarazione" di appartenenza al sodalizio criminale o l'imposizione di restrizioni da parte dei vertici, essendo sufficiente la messa a disposizione incondizionata del proprio contributo e l'assunzione di un ruolo attivo all'interno della consorteria, anche attraverso lo svolgimento di incarichi e l'ottenimento di retribuzioni, ancorché modeste, a vario titolo. L'interpretazione delle conversazioni intercettate, anche quando il linguaggio utilizzato sia criptico o cifrato, costituisce questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito, la quale, se risulta logica in relazione alle massime di esperienza utilizzate, si sottrae al sindacato di legittimità. Pertanto, la condanna per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa può essere fondata sulla complessiva valutazione degli elementi probatori acquisiti, senza che sia necessaria la prova di una formale "dichiarazione" di appartenenza al sodalizio o di restrizioni imposte dai vertici, essendo sufficiente la dimostrazione di un contributo continuativo e di un ruolo attivo all'interno dell'organizzazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/09/2017 della Corte di appello di Catania;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Massimo Ricciarelli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Spinaci Sante, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 2…

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