La scadenza della concessione demaniale marittima comporta l'acquisizione allo Stato, senza compensi o rimborsi, delle opere non agevolmente rimuovibili realizzate dal concessionario, ai sensi dell'art. 49 del Codice della navigazione. Il rinnovo della concessione, a differenza della proroga, integra gli estremi di una nuova concessione che si sostituisce alla precedente scaduta, determinando l'applicazione automatica della devoluzione prevista dalla norma codicistica. Pertanto, il rinnovo della concessione non posticipa la traslazione della proprietà delle opere in favore del demanio, la quale si realizza ipso iure alla scadenza del termine di durata della precedente concessione. La normativa interna che prevede proroghe ex lege di concessioni scadute, come l'art. 1, comma 18, d.l. n. 194/2009 e l'art. 24, comma 3-septies, d.l. n. 113/2016, è illegittima per violazione dei principi di diritto eurounitario sulla libertà di stabilimento e tutela della concorrenza, come affermato dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. I testimoniali di stato, pur non avendo efficacia costitutiva, possono comunque dimostrare l'acquisizione al demanio pubblico delle opere realizzate dal concessionario prima del rilascio della nuova concessione, configurandone la natura di pertinenze demaniali.