Il riconoscimento dei titoli di formazione professionale conseguiti in un altro Stato membro dell'Unione Europea, anche in assenza del requisito dello svolgimento di un anno di esperienza professionale a tempo pieno nelle scuole statali del Paese di origine nei precedenti dieci anni, deve essere valutato dall'autorità competente attraverso un procedimento di valutazione comparativa tra la qualificazione attestata dai diplomi, certificati e altri titoli, nonché dall'esperienza professionale del richiedente, e la qualificazione professionale richiesta dalla normativa nazionale per l'esercizio della professione corrispondente. Tale obbligo di valutazione comparativa sussiste indipendentemente dall'adozione di direttive relative al reciproco riconoscimento dei diplomi, in applicazione dei principi di libera circolazione dei lavoratori e di libertà di stabilimento sanciti dagli articoli 45 e 49 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea. L'amministrazione non può pertanto negare il riconoscimento dei titoli di formazione professionale conseguiti in un altro Stato membro sulla base della mancanza del requisito dell'esperienza professionale, senza aver previamente effettuato la valutazione comparativa della qualificazione del richiedente rispetto a quella richiesta dalla normativa nazionale per l'esercizio della professione.