Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8869 del 3 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:8869PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere concreto e attuale, non potendo desumersi soltanto dalla gravità astratta del titolo del reato, ma richiedendosi una valutazione della condotta concretamente perpetrata, in relazione al suo contenuto e alle circostanze fattuali che la connotano. Pertanto, il giudice, nel disporre la custodia cautelare in carcere, deve verificare non solo la concretezza del pericolo di reiterazione, ma anche la sua attualità, accertando la possibilità che l'imputato possa commettere nuovi reati della stessa indole, sulla base di elementi specifici e non generici, come i precedenti penali. Inoltre, la prescrizione dell'adozione del cosiddetto "braccialetto elettronico" nell'ambito degli arresti domiciliari non configura un nuovo tipo di misura coercitiva, ma soltanto la modalità ordinaria di esecuzione della cautela domiciliare, per la quale non è necessario un onere di motivazione aggiuntivo da parte del giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. DAVIGO P. - rel. Consigliere

Dott. ALMA Marco Mari - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Roma, Sezione per il riesame dei provvedimenti sulla liberta' personale del 21.10.2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere DAVIGO Piercamillo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale GAETA Pietro, che ha concluso chiedendo che l'ordinanza impugnata sia annullata con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza 24.7.201…

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