Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Geoservizi S.r.l. avverso i provvedimenti del Comune di Caselette relativi all'autorizzazione per la coltivazione di una cava di sabbia e ghiaia, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il principio del "tempus regit actum" impone che il procedimento amministrativo sia regolato dalla normativa vigente al momento dell'adozione del provvedimento finale, e non da quella in vigore all'avvio del procedimento. Pertanto, sopraggiunta la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area di cava ai sensi della D.G.R. Piemonte n. 37-227 del 4 agosto 2014, il Comune di Caselette ha legittimamente applicato tale disciplina al procedimento ancora in corso, negando l'autorizzazione all'ampliamento della cava. 2. La D.G.R. n. 37-227 del 2014 ha vietato l'ampliamento delle attività estrattive esistenti, ma non la mera prosecuzione, senza ampliamento, delle attività estrattive già in essere. Pertanto, il Comune non può negare il rinnovo dell'autorizzazione relativa al sito di cava originario, ancora non esaurito, in quanto tale attività non integra un "ampliamento" vietato dalla delibera regionale. 3. L'ordinanza comunale che ha imposto l'immediato recupero ambientale dell'area di cava è illegittima, in quanto vanifica il diritto della società ricorrente di ottenere il rinnovo dell'autorizzazione per il sito di cava originario e ultimare lo sfruttamento delle relative potenzialità estrattive.