Il vincolo paesaggistico imposto ai sensi della legge n. 1497 del 1939 e la disciplina di tutela prevista dal Piano Territoriale Paesistico (PTP) regionale, adottato ai sensi della legge regionale n. 24 del 1998, costituiscono il quadro normativo di riferimento per la valutazione della compatibilità paesaggistica di interventi edilizi realizzati in aree sottoposte a tutela, anche se preesistenti all'entrata in vigore del PTP. L'autorità comunale, nell'esprimere il parere di compatibilità paesaggistica, è tenuta a motivare adeguatamente in ordine alla conformità dell'intervento con le esigenze di tutela del paesaggio, richiamando puntualmente i parametri e le prescrizioni contenuti nel PTP, a prescindere dalla classificazione urbanistica dell'area. Il potere di annullamento della Soprintendenza si esercita nel sindacato di legittimità dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata, con riferimento alla completezza e congruità della motivazione, senza poter riesaminare nel merito le valutazioni discrezionali compiute dall'ente subdelegato. Pertanto, il provvedimento di annullamento è legittimo qualora l'autorizzazione comunale risulti carente sotto il profilo motivazionale, non essendo stata adeguatamente dimostrata la compatibilità paesaggistica dell'intervento.