Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40376 del 29 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:40376PEN

Massima

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Il reato di diffamazione non richiede l'intenzione di offendere la reputazione della persona offesa (animus iniurandi), essendo sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza e volontà di divulgare fatti non veri concernenti la persona offesa. Tuttavia, qualora il soggetto agente abbia ragionevolmente ritenuto, sulla base di circostanze concrete, che i fatti divulgati fossero veritieri, pur essendo poi risultati non corrispondenti al vero, non può configurarsi il dolo generico richiesto per la sussistenza del reato di diffamazione, in quanto manca la consapevolezza della falsità delle affermazioni. In tali casi, l'assenza di dolo esclude la responsabilità penale per diffamazione, anche quando le dichiarazioni si siano rivelate oggettivamente lesive della reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di GENOVA;

nei confronti di:

1) RO. DA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 08/02/2008 GIUDICE DI PACE di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dr. Ciampoli Luigi, che ha con…

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