La recidiva specifica e infraquinquennale, quale circostanza aggravante ad effetto speciale, incide sul calcolo del termine di prescrizione minimo del reato, ai sensi dell'articolo 157 comma 2 c.p., e, in presenza di atti interruttivi, anche su quello del termine massimo, ex articolo 161 comma 2 c.p. La valutazione della maggiore pericolosità del reo, ai fini dell'applicazione degli effetti della recidiva, deve essere effettuata dal giudice in concreto, avuto riguardo alla natura dei reati, al tipo di devianza di cui essi sono il segno, alla qualità e al grado di offensività dei comportamenti, alla distanza temporale tra i fatti e al livello di omogeneità esistente tra loro, all'eventuale occasionalità della ricaduta e a ogni altro parametro individualizzante significativo della personalità del reo e del grado di colpevolezza. Il limite all'aumento di pena previsto dall'articolo 99 comma 6 c.p. non rileva ai fini della qualificazione della recidiva come circostanza ad effetto speciale, né influisce sui termini di prescrizione, determinati secondo parametri oggettivi, generali e astratti. Il giudice, nel determinare la pena complessiva in caso di reato continuato, oltre ad individuare il reato più grave e stabilire la pena base, deve anche calcolare e motivare l'aumento di pena in modo distinto per ciascuno dei reati satellite.