La sentenza del Consiglio di Stato n. 5308/2018, annullando il provvedimento di acquisizione al patrimonio comunale di opere edilizie abusive, determina l'obbligo per l'amministrazione di ripristinare lo status quo ante, cancellando la relativa trascrizione nei pubblici registri immobiliari. Tale effetto ripristinatorio della pronuncia giurisdizionale di annullamento, volto a rimuovere le modificazioni della realtà giuridica e fattuale intervenute a causa dell'atto annullato, impone all'amministrazione l'adeguamento dell'assetto di interessi esistente prima dell'adozione dell'atto illegittimo. L'inerzia dell'amministrazione nell'esecuzione del giudicato è pertanto illegittima, potendo il giudice, in caso di ulteriore inadempimento, disporre la nomina di un commissario ad acta. Il principio di effettività della tutela giurisdizionale e la garanzia che il decorso e la durata del processo non debbano riflettersi in danno degli interessi dedotti in giudizio, sanciti dagli artt. 111 Cost. e 1 c.p.a., impongono all'amministrazione di rinnovare l'ingiunzione di demolizione o assegnare un congruo termine per l'esecuzione, ove l'inottemperanza all'originario ordine di demolizione non si sia perfezionata per effetto della sospensione cautelare degli effetti di tale provvedimento.