Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22093 del 27 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22093PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando il soggetto attivo prospetta alla persona offesa un male certo e realizzabile ad opera sua o di altri, ponendola nell'ineluttabile alternativa di subire il pregiudizio minacciato o di far conseguire all'agente il profitto preteso, così limitando in maniera considerevole il suo potere di autodeterminazione. Al contrario, il reato di truffa aggravata si realizza quando il soggetto attivo prospetta un male come possibile ed eventuale, non proveniente direttamente o indirettamente da lui, in modo che la persona offesa, tratta in errore dall'esposizione di un pericolo inesistente, si determina alla prestazione costituente l'ingiusto profitto dell'agente. Pertanto, la condotta dell'imputato, consistente nel minacciare il soggetto passivo di ritorsioni da parte di un gruppo di criminali "scontenti" per l'interruzione dei pagamenti, integra il reato di estorsione, in quanto idonea a coartare la volontà della vittima e a indurla a consegnare ulteriori somme di denaro, non già il reato di truffa aggravata. Ciò che rileva, al di là delle forme esteriori della condotta, è il proposito perseguito dal soggetto agente e l'idoneità del mezzo adoperato alla coartazione della capacità di autodeterminazione del soggetto passivo. La qualificazione giuridica del fatto rientra nei poteri della Corte di cassazione, anche nel caso in cui il ricorso sia stato proposto dal solo imputato e il reato sia più grave di quello ritenuto in sentenza, in quanto ciò non comporta alcuna variazione in ordine al trattamento sanzionatorio e, pertanto, non vulnera il divieto di "reformatio in peius".

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. GALLIGANI Italo, difensore di Gi. Pa. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, sezione 2 penale, in data 25.10.2004;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. CERVADORO Mirella;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. GIALANELLA Antonio, il quale ha concluso per l'inammissibilita';

Udito il difensore che ha conc…

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