Il provvedimento di annullamento di titoli edilizi e paesaggistici da parte dell'amministrazione competente è legittimo quando: 1. È adottato entro il termine di dieci anni dall'emanazione dei titoli abilitativi, in applicazione della disciplina speciale prevista dall'art. 39 del D.P.R. n. 380/2001 e dall'art. 53 della L.R. Liguria n. 16/2008, che prevalgono sulla disciplina generale dell'autotutela di cui all'art. 21-nonies della L. n. 241/1990. 2. È adottato entro il termine di diciotto mesi dalla contestazione delle relative violazioni al titolare del permesso di costruire, come prescritto dall'art. 53 commi 2 e 4 della L.R. n. 16/2008. 3. Riguarda anche le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dai Comuni, in quanto l'art. 53 comma 1 della L.R. n. 16/2008 estende espressamente il potere di annullamento provinciale a tali atti, senza che ciò contrasti con i principi fondamentali contenuti nell'art. 39 del D.P.R. n. 380/2001, norma statale di riferimento, in quanto la tutela del paesaggio è materia di competenza concorrente in cui la legislazione regionale può prevedere forme di tutela più incisive. 4. Si estende anche alle D.I.A., in quanto all'epoca dell'adozione dell'atto impugnato l'art. 53 comma 2 della L.R. n. 16/2008 le annoverava espressamente tra i titoli abilitativi annullabili, e comunque in quanto le D.I.A. annullate riguardavano modifiche accessorie e complementari a precedenti permessi di costruire, la cui illegittimità è stata accertata. 5. È motivato in modo adeguato in relazione alla sussistenza di specifiche illegittimità dei titoli edilizi e paesaggistici annullati, quali: - la realizzazione di un nuovo volume emergente dal terreno, non integralmente interrato, in assenza dei parametri urbanistici (lotto minimo ed asservimento) prescritti per le nuove costruzioni in zona agricola; - la trasformazione di un volume tecnico (cisterna idrica) in abitazione, in contrasto con la disciplina paesistica che limita l'insediamento di nuovi fabbricati in tali zone. 6. È adottato in presenza di un sostanziale interesse pubblico alla rimozione degli atti, prevalente sull'interesse privato, in ragione del danno al contesto paesistico e urbanistico derivante dagli interventi, nonché dell'improprio consumo di suolo agricolo, in contrasto con la disciplina di tutela del territorio rurale.