Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2654 del 19 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:2654PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di estorsione, afferma che i giudici di merito hanno correttamente ricostruito la condotta dell'imputata sulla base di elementi probatori univoci, quali le dichiarazioni della persona offesa, le risultanze delle indagini e le incongruenze della versione difensiva, escludendo la configurabilità di ipotesi delittuose meno gravi. Il sindacato di legittimità non può sostituire la valutazione dei fatti compiuta dai giudici di merito, purché la motivazione sia logica, coerente e conforme ai principi di diritto, senza che sia possibile una nuova valutazione degli elementi di fatto. Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, in quanto manifestamente infondato, con conseguente condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/10/2013 della Corte di Appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiarasi la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.La Corte di Appello di Ancona con la s…

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