Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti è ammissibile solo in presenza di specifiche condizioni, essendo precluso contestare la sussistenza del fatto, la sua attribuzione soggettiva, i termini fattuali dell'imputazione, l'entità della pena applicata o le modalità della sua determinazione, salvo il caso di pena illegale. La sentenza che recepisce il negozio processuale pattizio è sufficientemente motivata con una succinta descrizione del fatto, l'affermazione della correttezza della qualificazione giuridica, il richiamo all'art. 129 c.p.p. per escludere la ricorrenza di cause di non punibilità e la verifica della congruità della pena concordata nei limiti di cui all'art. 27 Cost. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile laddove non deduca specifici vizi di legittimità della sentenza, essendo precluso rimettere in discussione le statuizioni non illegittime concordate dalle parti e recepite nella pronuncia, in quanto manifestazione di un generale potere dispositivo riconosciuto dalla legge.