Cassazione penale Sez. I sentenza n. 58477 del 28 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:58477PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso si configura quando l'indagato si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale egli "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. La valutazione del compendio indiziario, in particolare delle intercettazioni telefoniche, è rimessa al giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se non nei limiti della manifesta illogicità e irragionevolezza della motivazione. La presunzione di pericolosità sociale prevista per il reato di associazione mafiosa impone l'applicazione della misura cautelare in carcere, salvo che non risultino interrotti i legami dell'indagato con l'organizzazione o che il venir meno della pericolosità derivi da elementi concreti e specifici che dimostrino il suo effettivo allontanamento dal sodalizio. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve compiere una verifica concreta e attuale sull'effettiva capacità dell'indagato di reiterare le condotte illecite contestate, sulla base di un giudizio espresso in termini congrui e conformi alle risultanze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato l'(OMISSIS);
Avverso l'ordinanza emessa il 07/06/2018 dal Tribunale del riesame di Lecce;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Sentite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona della Dott.ssa CENICCOLA Elisabetta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe il Tribunale del riesame di Lecce confermava l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal…

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