Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8191 del 25 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:8191PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta molesta e reiterata dell'agente, anche se non necessariamente violenta, determina nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura per la propria incolumità, tale da indurla a modificare le proprie abitudini di vita. A tal fine, il giudice può desumere l'effetto destabilizzante sulla vittima anche da elementi sintomatici ricavati dalle sue dichiarazioni e dai suoi comportamenti conseguenti agli atti persecutori, senza che sia necessario il riscontro di ulteriori testimonianze. Inoltre, la sussistenza dell'evento del reato può essere argomentata sulla base di massime di esperienza, purché controllabili secondo logica e senso comune. Pertanto, la valutazione della credibilità e attendibilità della persona offesa, pur richiedendo un esame più penetrante rispetto a quello riservato alle testimonianze, può costituire di per sé elemento sufficiente per l'affermazione della responsabilità dell'imputato, a condizione che il giudice dia conto in modo logico e coerente delle ragioni che lo hanno indotto a ritenere attendibile il suo racconto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCARLINI E. V. S. - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Rena - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/07/2017 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. RENATA SESSA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. LORI PERLA, che ha concluso per l'inammissibilita';
assente il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 4 luglio 2017 la Corte di appello di Bari ha confermato la sentenza del Tribunale…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.