Il Consiglio di Stato, nell'esaminare il ricorso in appello proposto dalla società Ap. AN.PE.IT. contro il provvedimento di revoca della concessione dell'impianto di distribuzione di carburanti, ha affermato il seguente principio di diritto: La revoca dell'autorizzazione all'esercizio di un impianto di distribuzione di carburanti per autotrazione, disposta dall'autorità regionale competente ai sensi dell'art. 18, comma 1, lett. e) del d.P.R. n. 1269/1971, per motivi di pubblico interesse connessi alla necessità di garantire la sicurezza e la razionale distribuzione degli impianti, è legittima anche qualora il precedente provvedimento di sospensione dell'attività dell'impianto, adottato ai sensi dell'art. 26, comma 2 del medesimo d.P.R., sia stato successivamente annullato per incompetenza. Ciò in quanto il provvedimento di revoca reca un'autonoma motivazione relativa alla sussistenza di ragioni di pubblico interesse, distinte e indipendenti dal precedente provvedimento di sospensione. Inoltre, l'eccezione di illegittimità costituzionale sollevata avverso la norma regionale che attribuisce al Presidente della Giunta regionale il potere di revocare le autorizzazioni agli impianti di distribuzione di carburanti è manifestamente infondata, in quanto l'art. 52, comma 1, lett. a) del d.P.R. n. 616/1977 ha delegato alle Regioni a statuto ordinario l'esercizio delle funzioni amministrative relative ai distributori di carburante, e non soltanto la fissazione dei criteri generali di programmazione del settore. Infine, il motivo di ricorso relativo alla carenza di motivazione del provvedimento di revoca in ordine all'incompatibilità dell'impianto con il sito è infondato, in quanto tale incompatibilità era già stata accertata in un precedente provvedimento sindacale, oggetto di autonomo giudicato.