Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30922 del 24 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30922PEN

Massima

La confisca di beni disposta in sede penale richiede una specifica motivazione da parte del giudice in ordine alla particolare correlazione tra la cosa e il reato commesso, non essendo sufficiente il mero riferimento alla commissione del reato. Il giudice è tenuto a dare conto, con idonea e congrua motivazione, del nesso di pertinenzialità tra il bene confiscato e l'illecito penale accertato, al fine di giustificare l'ablazione patrimoniale, la quale incide in modo significativo sulla sfera giuridica del condannato. La mancanza di tale motivazione determina l'illegittimità della confisca disposta, con conseguente annullamento della relativa statuizione e rinvio al giudice di merito per un nuovo esame della questione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Nd. Ed. , n. in (OMESSO);

avverso la sentenza del tribunale di Prato, emessa in data 9.2.2009;

letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita la relazione del cons. Dott. IPPOLITO Francesco;

letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale, Dott. GALATI Giovanni, che ha concluso per annullamento con rinvio, limitatamente alla disposta confisca.

Osserva:

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