Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38697 del 19 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:38697PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove e nel libero convincimento circa l'attribuibilità di un messaggio diffamatorio all'imputato, senza che il mancato rispetto di specifiche procedure di accertamento della corrispondenza tra documento cartaceo e documento informatico possa inficiare la validità della prova. Pertanto, la mera contestazione della modalità di acquisizione della prova, senza alcuna specifica critica alla motivazione del giudice, non integra un vizio di legittimità censurabile in sede di legittimità. Inoltre, l'istituto della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non è applicabile ai reati di competenza del giudice di pace, come quello di diffamazione, in quanto tale disciplina è riservata ai soli reati perseguibili d'ufficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusep - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/05/2018 del TRIBUNALE di ALESSANDRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. GIUSEPPE DE MARZO;
udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. LIGNOLA FERDINANDO, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 07/05/2018 il Tribunale di Alessandria ha confermato la decisione di primo grado, che aveva c…

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