Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24573 del 17 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24573PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La valutazione della gravità indiziaria ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale deve essere effettuata dal giudice sulla base di elementi probatori che dimostrino in modo chiaro ed inequivocabile il coinvolgimento dell'indagato nella condotta criminosa contestata, senza poter fare affidamento su interpretazioni o ricostruzioni dei fatti non sorrette da un riscontro oggettivo e incontrovertibile. In particolare, il giudice non può fondare il quadro indiziario a carico dell'indagato su intercettazioni che, pur menzionando il suo nome, non contengano in realtà alcun riferimento diretto al suo coinvolgimento nei fatti, pena il vizio di motivazione del provvedimento cautelare per travisamento della prova. Il rispetto di tali principi è essenziale al fine di assicurare il corretto esercizio del potere cautelare, in ossequio alle garanzie costituzionali a tutela della libertà personale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 22/12/2016 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Ersilia Calvanese;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Tampieri Luca, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento dei mo…

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