Il concorso di più soggetti nell'attività di trasporto e navigazione di un peschereccio contenente un elevato numero di stranieri extracomunitari, al fine di favorirne l'ingresso illegale nel territorio nazionale, integra la fattispecie di reato di cui all'art. 12, commi 1, 3, 3-bis e 3-ter, lett. a) e b), del d.lgs. n. 286/1998, anche in assenza di un ruolo direttivo o decisionale dell'agente, essendo sufficiente il contributo materiale e morale fornito alla condotta illecita. La giurisdizione italiana sussiste qualora anche solo una parte della condotta sia stata realizzata nel territorio nazionale, atteso che il reato si consuma con l'effettivo ingresso degli stranieri nel territorio dello Stato. Le esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p. sono ravvisabili in relazione alla gravità dei fatti, alle modalità di commissione del reato e alla professionalità dimostrata dagli indagati nell'organizzare il trasporto e lo sbarco dei clandestini, a prescindere dall'assenza di precedenti penali e dalla giovane età dell'indagato.