L'annullamento giurisdizionale o amministrativo dell'aggiudicazione di una gara pubblica comporta la caducazione automatica degli effetti negoziali del contratto successivamente stipulato, in virtù della stretta consequenzialità tra l'aggiudicazione e la stipula del relativo contratto. L'autonomia negoziale degli enti pubblici è infatti inderogabilmente condizionata dal regolare svolgimento delle fasi di evidenza pubblica, sicché il venir meno del presupposto essenziale dell'aggiudicazione determina l'inefficacia sopravvenuta del contratto. Tale inefficacia non costituisce più una conseguenza automatica dell'annullamento dell'aggiudicazione, ma richiede una specifica pronuncia del giudice amministrativo, il quale tuttavia può decidere discrezionalmente se mantenere o meno l'efficacia del contratto, anche in caso di violazioni gravi, in ossequio alle esigenze di semplificazione e concentrazione delle tutele. Pertanto, l'amministrazione appaltante, a fronte del giudicato di annullamento dell'aggiudicazione, può legittimamente dichiarare l'inefficacia del contratto stipulato, senza che ciò comporti una violazione del giudicato. Inoltre, la sopravvenuta pendenza di una procedura di concordato preventivo in capo all'aggiudicatario, intervenuta nel corso dell'esecuzione del contratto, legittima l'amministrazione a dichiararne l'inefficacia, in applicazione della disciplina di cui all'art. 140 del Codice dei contratti pubblici, che prevede la facoltà di interpellare progressivamente i soggetti risultanti dalla graduatoria di gara al fine di affidare il completamento dei lavori, a prescindere dalla data di entrata in vigore di tale previsione normativa.