La querela di falso è inammissibile quando volta a contestare non la provenienza delle dichiarazioni di chi ha sottoscritto il documento, ma la veridicità del loro contenuto, essendo tale accertamento riservato agli ordinari mezzi di prova, che nel caso di specie risultano carenti. Inoltre, la prova per testimoni è esclusa dal combinato disposto degli articoli 1417, 2722 e 2729 c.c. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare l'ammissibilità della querela di falso e l'esclusione della prova testimoniale, non è tenuto a un esame approfondito dei documenti di causa, essendo tali valutazioni riservate alla sua discrezionalità e non sindacabili in sede di legittimità, salvo vizi di motivazione. Il ricorso per cassazione, inoltre, deve rispettare i requisiti di cui all'art. 366-bis c.p.c., con la formulazione di distinti motivi di ricorso per ciascun vizio denunciato e la redazione di un quesito di diritto che sintetizzi il principio giuridico di cui si chiede l'affermazione, nonché l'indicazione specifica degli atti e documenti posti a fondamento del ricorso e della sede processuale in cui sono stati prodotti, a pena di inammissibilità.