Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11244 del 13 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11244PEN

Massima

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Il giudice che pronuncia sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, ai sensi dell'art. 444 c.p.p., è tenuto a dichiarare, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., comma 1, l'accertata falsità di atti o documenti, in quanto tale pronuncia è equiparata a una sentenza di condanna. Tuttavia, la Corte di cassazione non è legittimata ad adottare direttamente i provvedimenti previsti dall'art. 537 c.p.p., in quanto essi richiedono una specifica motivazione, implicante valutazioni di merito a sostegno della ritenuta falsità, avverso i quali è riconosciuto alle parti il diritto di proporre, anche autonomamente, impugnazione. Pertanto, in caso di omessa pronuncia sulla falsità di un atto o documento da parte del giudice di merito, la sentenza deve essere annullata limitatamente a tale profilo e rinviata al medesimo giudice per il relativo accertamento e la conseguente declaratoria di falsità, con le relative statuizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ANCONA;

nei confronti di:

1) NA. AL. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/06/2006 TRIBUNALE di MACERATA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del sost. Proc. Gen. Dr. D'ANGELO G., che ha concluso chiedendo annullam…

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