Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23998 del 9 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23998PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita si configura quando il soggetto agente, avendo il possesso di una cosa altrui in ragione di un rapporto giuridico, se ne appropria indebitamente, destinandola a sé o ad altri, in violazione degli obblighi derivanti dal titolo che gli ha attribuito il possesso. L'appropriazione indebita si realizza non solo attraverso la materiale sottrazione della cosa, ma anche mediante qualsiasi comportamento che, pur senza privare il proprietario del possesso, ne determini un'utilizzazione difforme dallo scopo per il quale il possesso è stato attribuito. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che l'agente abbia la disponibilità materiale della cosa, essendo irrilevante che egli ne abbia la proprietà o il possesso esclusivo. Inoltre, l'appropriazione indebita può avere ad oggetto anche somme di denaro, purché individuabili e determinate, come nel caso di denaro depositato su un conto corrente cointestato. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di appropriazione indebita, deve accertare l'esistenza di un rapporto giuridico che attribuisca al soggetto agente il possesso della cosa altrui, nonché la volontà di quest'ultimo di appropriarsene indebitamente, destinandola a sé o ad altri, in violazione degli obblighi derivanti dal titolo che gli ha attribuito il possesso. Tale valutazione, compiuta sulla base delle risultanze processuali, è insindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti affetta da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andre - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata in (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma del 16 giugno 2014 n. 5033;
Sentita la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis));
udito il Sostituto Procuratore Generale, in persona della dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione e annullamento con rinvio ai fini civili;
sentito l'avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (OMISSIS) per la parte civile, che ha chiesto che il rico…

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