Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21144 del 11 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:21144PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave si configura quando la condotta dell'agente, per il suo tenore e contenuto, esprime ontologicamente la prospettazione di un male ingiusto, idoneo a cagionare effetti intimidatori sul soggetto passivo, a prescindere dall'effettivo verificarsi del turbamento psichico, trattandosi di reato di pericolo. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, è tenuto a procedere ad un apprezzamento complessivo del compendio probatorio, senza essere vincolato dalla qualificazione giuridica operata dal primo giudice, potendo pervenire ad una diversa ricostruzione del fatto e inquadramento normativo, purché tale percorso logico-giuridico sia adeguatamente motivato. Il principio del ragionevole dubbio non impedisce al giudice di secondo grado di riformare una sentenza assolutoria di primo grado, ove ritenga che gli elementi probatori acquisiti siano sufficienti a superare il dubbio e a ritenere provata la responsabilità penale dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2017 della Corte di Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Morosini Elisabetta Maria;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott.ssa Di Nardo Marilia, che ha concluso chiedendo il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Cagliari, se…

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