Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il principio tempus regit actum trova applicazione in materia di impugnazioni, per cui ai fini dell'individuazione del regime applicabile allorché si succedano nel tempo diverse discipline e non sia espressamente regolato, con disposizioni transitorie, il passaggio dall'una all'altra, l'applicazione di tale principio impone di far riferimento al momento di emissione del provvedimento impugnato, anche al fine di evitare asimmetrie tra le posizioni di più parti impugnanti per effetto dei tempi, spesso differenti, per la proposizione dell'impugnazione, che possono essere influenzati da eventi casuali o aleatori. Pertanto, in caso di modifica normativa delle norme processuali, trova applicazione la disciplina vigente al momento in cui è sorto il diritto di impugnare, a prescindere dalla successiva entrata in vigore di una normativa più favorevole. Tale principio è stato affermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ed è stato condiviso anche dalla Corte Costituzionale, la quale ha sottolineato l'inapplicabilità del principio di retroattività della legge più favorevole alle disposizioni processuali.