La destinazione urbanistica di un'area non può essere modificata senza adeguata istruttoria e motivazione, in particolare quando l'area è stata oggetto di recente rilascio di titolo edilizio che ha ingenerato nel privato un legittimo affidamento sulla conservazione della pregressa destinazione. L'amministrazione è tenuta a valutare attentamente tale circostanza, non potendo procedere a una classificazione dell'area in contrasto con lo stato di fatto e di diritto esistente, pena l'illegittimità della variante urbanistica. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la modifica della destinazione urbanistica di un'area deve essere adeguatamente istruita e motivata dall'amministrazione, soprattutto quando l'area è stata oggetto di recente rilascio di titolo edilizio. In tal caso, il privato ha maturato un legittimo affidamento sulla conservazione della pregressa destinazione, che l'amministrazione è tenuta a valutare attentamente prima di procedere a una diversa classificazione urbanistica. L'omissione di tale valutazione rende illegittima la variante urbanistica adottata. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. Le scelte urbanistiche, pur costituendo apprezzamenti di merito, non sono sottratte al sindacato di legittimità quando siano affette da errori di fatto o da abnormi illogicità. 2. Una puntuale motivazione è necessaria quando la nuova destinazione incide su aspettative che derivino da un atto formalmente assunto dall'amministrazione, come il rilascio di un titolo edilizio. 3. Nel caso di specie, l'istruttoria ha accertato che l'area era stata oggetto di recente rilascio di permesso di costruire per un fabbricato residenziale, circostanza che l'amministrazione non aveva adeguatamente valutato nella predisposizione della variante urbanistica. 4. L'esistenza del fabbricato residenziale risulta incompatibile con la nuova destinazione a zona agricola, determinando un difetto di istruttoria e di motivazione nella scelta finale. 5. Il recente rilascio del titolo edilizio ha ingenerato nel privato un legittimo affidamento sulla conservazione della pregressa destinazione, che l'amministrazione avrebbe dovuto adeguatamente valutare. 6. L'omissione di tale valutazione rende illegittima la variante urbanistica adottata, che deve essere annullata per la parte relativa all'area interessata dal titolo edilizio.