Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14317 del 26 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14317PEN

Massima

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Il reato di false dichiarazioni su qualità personali di cui all'art. 496 c.p. sussiste non solo quando l'imputato rende dichiarazioni mendaci in risposta a un'esplicita interrogazione orale o scritta da parte di un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, ma anche quando tali dichiarazioni vengono rese spontaneamente in occasione della richiesta, da parte di tali soggetti, di esibizione dei documenti di identità, atteso che tale richiesta è funzionale all'accertamento delle generalità della persona e pertanto equivale a un'interrogazione implicita sulle stesse. Ciò in quanto la previsione della rilevanza penale della condotta, in quanto inserita in un'attività di accertamento compiuta da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, individua l'interesse tutelato dalla norma incriminatrice nel corretto esercizio delle verifiche dell'autorità in ordine all'identificazione personale dei cittadini, sicché il riferimento normativo all'interrogazione comprende necessariamente anche l'esame dei documenti di identità del soggetto controllato, atteso che tale attività è del tutto equipollente, dal punto di vista delle funzioni di tutela attribuite alla norma, a quella di un'interrogazione verbale sull'identità della persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 17/05/2012 della Corte d'Appello di Lecce;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della sentenza de…

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