Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1488 del 11 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:1488PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato associativo e i reati-fine, pur essendo tra loro collegati, non integrano necessariamente un medesimo disegno criminoso ai fini dell'applicazione del regime della continuazione. Affinché possa ravvisarsi la continuazione, è necessario che i singoli reati siano stati sin dall'origine programmati e voluti nell'ambito di un unitario progetto delinquenziale, non essendo sufficiente il mero collegamento tra il reato associativo e i reati-fine, i quali potrebbero essere stati realizzati in esecuzione di un programma criminoso astratto e generico, senza una preventiva e specifica pianificazione. Pertanto, la mera appartenenza dell'imputato all'associazione per delinquere non è di per sé sufficiente a ritenere che i successivi reati-fine siano stati sin dall'inizio programmati e voluti nell'ambito di un medesimo disegno criminoso, dovendosi accertare in concreto l'esistenza di tale unitaria progettazione. Il giudice, nel valutare la sussistenza del medesimo disegno criminoso ai fini dell'applicazione della continuazione, deve quindi operare un'attenta disamina degli elementi fattuali, senza limitarsi a un mero collegamento formale tra il reato associativo e i reati-fine, ma verificando l'effettiva riconducibilità di questi ultimi a un unitario programma delinquenziale previamente concepito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GEMELLI Torquato - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SO. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 06/07/2006 GIP TRIBUNALE di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO MARIA CRISTINA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. CIAMPOLI L., che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 6/7/2006 il GIP presso il Tribunale di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, esaminando due istanze dei difensori …

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