Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42735 del 19 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:42735PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991, si configura quando l'agente, anche senza ricorrere a eclatanti forme di violenza o minaccia, evoca concretamente la capacità di intimidazione derivante dal vincolo associativo di cui fa parte, esercitando così una particolare coartazione psicologica sulla vittima. A tal fine, non è sufficiente la mera qualità soggettiva dell'agente o il suo collegamento con contesti di criminalità organizzata, ma è necessario che la condotta tenuta nel caso concreto sia oggettivamente idonea a sfruttare la forza intimidatrice del gruppo di appartenenza, anche attraverso l'esibizione di un potere di intermediazione superiore o l'evocazione di una posizione di preminenza. L'aggravante può quindi sussistere anche quando l'atto intimidatorio non sia direttamente riconducibile a specifiche azioni violente o minacciose, purché sia comunque espressione della capacità di incutere timore derivante dall'appartenenza a un'associazione criminale di stampo mafioso. La valutazione della sussistenza di tali elementi deve essere effettuata con riferimento alle concrete modalità di realizzazione del fatto, senza che assumano rilievo determinante le caratteristiche soggettive dell'agente o gli esiti di eventuali procedimenti separati a carico di altri soggetti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 03/03/2016 dalla Corte di appello di Bari;
Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Massimo Ricciarelli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. De Masellis Mariella, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che …

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