Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23767 del 31 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23767PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di una sentenza impugnata, deve verificare che essa sia effettiva e non meramente apparente, non manifestamente illogica, non internamente contraddittoria e non logicamente incompatibile con altri atti del processo. Il controllo sulla motivazione deve essere di carattere unitario e globale, senza che sia consentita una mera rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione o l'adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti. Pertanto, la motivazione della sentenza impugnata è immune da vizi logici quando, pur a fronte delle deduzioni difensive, risulti sorretta da argomentazioni non viziate da evidenti errori nell'applicazione delle regole della logica e sia esente da insormontabili incongruenze o inconciliabilità logiche tra le sue diverse parti o con altri atti del processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1835/2009 CORTE APPELLO di GENOVA, del 07/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SABEONE GERARDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Genova, con sentenza del 7 novembre 20…

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