Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8001 del 26 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:8001PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene, anche se di modesto valore economico, integra il reato di cui all'art. 635 c.p. quando comporta una alterazione strutturale o funzionale della cosa, tale da determinarne un deterioramento di una certa consistenza ed evidenza. La valutazione del danno di lieve entità, ai fini dell'applicazione dell'omonima circostanza attenuante, deve tenere conto non solo del valore economico del bene danneggiato, ma anche dell'effettiva incidenza della condotta sull'integrità e sulla funzionalità dello stesso. La scelta del rito abbreviato e la confessione dell'imputato, pur rappresentando elementi di maturità e collaborazione, non costituiscono di per sé motivi sufficienti per ritenere la pena eccessiva o per concedere il beneficio della sospensione condizionale, essendo tali valutazioni rimesse al prudente apprezzamento del giudice di merito sulla base di tutte le circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andre - rel. Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BE. OM. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6/2008 CORTE APP. SEZ. MINORENNI di ROMA, del 04/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Geraci, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RILEVATO IN FATTO E IN DIRITTO

Propone ricorso…

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