Il requisito della buona condotta per il rilascio della licenza di pubblica sicurezza all'esercizio dell'attività di vigilanza privata e investigazioni, di cui all'art. 134 TULPS, deve essere valutato dall'Amministrazione con particolare rigore ed oculatezza, in ragione della delicatezza dei compiti autorizzati, che incidono sulla privacy e sulla sicurezza pubblica. Tale valutazione non è limitata ai soli fatti che hanno dato luogo a condanne penali definitive, ma può estendersi anche a circostanze che, sulla base di un ampio potere discrezionale, escludano una condotta irreprensibile ed immune da censure, costituendo indice rivelatore della possibilità di abuso della licenza. Pertanto, l'Amministrazione può legittimamente negare l'autorizzazione anche sulla base di seri indizi di scarsa affidabilità del richiedente, pur in difetto di condanne penali definitive, valutando l'intera compagine sociale e il modello organizzativo prescelto, ove l'attività sia svolta in forma societaria. Tale rigore valutativo è giustificato dalla delicatezza delle facoltà conferite al titolare della licenza, che gli consentono di svolgere attività invasive della sfera privata dei cittadini, richiedendo pertanto un elevato livello di affidabilità personale e professionale.