Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24027 del 18 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:24027PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, pur incidendo sull'imputabilità dell'agente, non esclude la sussistenza del dolo diretto, quale elemento psicologico del reato di tentato omicidio, attesa l'autonomia tra la nozione di capacità di intendere e di volere e quella di coscienza e volontà del fatto illecito. Pertanto, il riconoscimento della diminuente del vizio parziale di mente è pienamente compatibile con la configurabilità del dolo diretto, qualora l'azione dell'imputato, caratterizzata dalla reiterazione di colpi in zone vitali della vittima con un'arma micidiale, sia idonea a cagionare la morte, anche se tale evento non si verifica per mero caso fortuito. In tali ipotesi, la pericolosità sociale dell'agente, desunta anche dalla prognosi di recidiva, legittima l'applicazione della più rigorosa misura di sicurezza della casa di cura e custodia, in aggiunta alla pena detentiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3363/2010 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 24/05/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito, per la parte civile, Avv. (OMISSIS);

u…

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