Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La prescrizione del reato, quale causa di estinzione dello stesso, opera anche nei confronti di condotte penalmente rilevanti realizzate in violazione di norme sulla concessione di contributi pubblici, nonostante la complessità e la gravità dei fatti accertati, qualora il termine prescrizionale sia maturato prima della pronuncia definitiva. Ciò in quanto il decorso del tempo, in assenza di cause di sospensione o interruzione del termine di prescrizione, determina l'estinzione dell'azione penale, indipendentemente dalla valutazione di colpevolezza dell'imputato e dalla gravità del fatto. Il giudice, pertanto, è tenuto ad annullare senza rinvio la sentenza di condanna agli effetti penali, pur potendo confermare le statuizioni civili, quando il reato risulti estinto per prescrizione. Tale principio trova applicazione anche con riferimento ai procedimenti penali pendenti alla data di entrata in vigore della normativa emergenziale adottata per fronteggiare l'epidemia da COVID-19, la quale ha previsto una sospensione dei termini di prescrizione per un periodo determinato, la cui legittimità costituzionale è stata oggetto di specifiche pronunce della Corte Costituzionale. Inoltre, il giudice di merito è tenuto a motivare adeguatamente il diniego della sospensione condizionale della pena, non potendo tale beneficio essere escluso sulla base di una mera valutazione di "spregiudicatezza" dell'imputato, in assenza di una puntuale analisi della sua personalità e del suo comportamento processuale.