Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35157 del 20 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:35157PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, sfruttando una situazione di soggezione della vittima, la costringe a compiere atti di disposizione patrimoniale mediante minaccia ingiusta, anche se tale situazione di soggezione sia stata precedentemente determinata da un accordo corruttivo tra le parti. La rilevanza penale della condotta minacciosa non viene meno per il fatto che la stessa sia stata posta in essere in un contesto di corruzione, atteso che l'estorsione si consuma nel momento in cui l'agente approfitta della posizione di debolezza della vittima per ottenere vantaggi economici indebiti. La valutazione della credibilità delle dichiarazioni della parte offesa, anche se tardive, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se logica e congruente con le risultanze processuali, senza che rilevi una diversa ricostruzione dei fatti prospettata dal ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI IORIO Giorgio - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BERNABAI Renato - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

SU. FR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/05/2003 CORTE APPELLO di CAGLIARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CARMENINI ((omissis));

udite le conclusioni del PG, nella persone del Dr. Febbraio G., che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udite le conclusioni del difensore di parte civile, avv. CONCAS Luigi che ha chiesto l'inammissibilita' o il rigetto de…

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