Cassazione penale Sez. I sentenza n. 31900 del 21 luglio 2004

ECLI:IT:CASS:2004:31900PEN

Massima

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La richiesta del comandante del corpo militare di procedere penalmente per il reato di diserzione, anche se il fatto è stato successivamente riqualificato in allontanamento illecito, è sufficiente a integrare la condizione di procedibilità prevista dall'art. 260 c.p.m.p., non essendo necessari particolari requisiti di forma purché emerga chiaramente la volontà di rimuovere l'ostacolo processuale e rendere possibile l'esercizio dell'azione penale. La sanzione disciplinare irrogata al militare non è alternativa alla sanzione penale, non essendovi nel vigente ordinamento un principio generale di alternatività tra l'azione disciplinare e la richiesta di procedimento penale. La norma che rimette al comandante del corpo la scelta tra l'adozione di provvedimenti disciplinari e il ricorso all'azione penale per reati militari di lieve entità non crea un privilegio a favore dei militari, ma risponde all'esigenza di evitare un pregiudizio sproporzionato rispetto alla gravità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
PRIMA SEZIONE PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.:
Dott. FAZZIOLI EDOARDO - PRESIDENTE
Dott. MARCHESE ANTONIO - CONSIGLIERE
Dott. SANTACROCE GIORGIO - CONSIGLIERE
Dott. URBAN GIANCARLO - CONSIGLIERE
Dott. PIRACCINI PAOLA - CONSIGLIERE
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
l) Al. Ne. N. IL (...)
avverso SENTENZA del 11/11/2003 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA
visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;
udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere URBAN GIANCARLO;
udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Francesco Gentile che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Udito il difensore Avv. Prof. Pa. Te., che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
In data 11 novembre 2003 la Corte Militare d'Appello - Sezione di Roma dichiarava non rilevante la questione di legittimit…

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