Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11813 del 10 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:11813PEN

Massima

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Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.) si configura quando l'agente, con espressioni offensive o minacciose, reitera il suo comportamento aggressivo verbale nei confronti di pubblici ufficiali, anche se inizialmente provocato da un atto ritenuto ingiusto, in presenza di terzi che possano udire tali espressioni, senza che sia necessario che esse siano effettivamente percepite dai presenti. La particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131-bis c.p., non è configurabile in caso di condotte reiterate e abituali, anche se relative a un unico reato, in quanto la norma esclude tale possibilità quando la condotta risulta caratterizzata da abitualità, desumibile anche dalla pluralità di azioni che integrino il medesimo reato. Pertanto, il giudice deve valutare la pervicacia e la modalità della condotta dell'agente, come la reiterazione delle espressioni offensive e l'ironia sull'operato degli agenti, ai fini dell'esclusione della particolare tenuità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/10/2016 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LOY Francesca M., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), in sostitu…

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