Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 2150 del 15 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:2150PEN

Massima

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Il ricorso per cassazione proposto dal Procuratore Generale avverso una sentenza di proscioglimento non è ammissibile, in quanto le censure sollevate, concernenti aspetti di fatto non adeguatamente valutati dal giudice di primo grado, sono suscettibili di esame da parte del giudice di appello ai sensi dell'art. 569, comma 3, c.p.p. Pertanto, il ricorso deve essere convertito in appello e gli atti trasmessi alla Corte d'Appello competente, in applicazione del principio per cui il pubblico ministero può appellare le sentenze di proscioglimento, come stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 26/2007, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma che escludeva tale possibilità. La massima esprime il principio di diritto secondo cui, a seguito della declaratoria di incostituzionalità della norma che escludeva l'appello del pubblico ministero contro le sentenze di proscioglimento, il ricorso per cassazione proposto avverso tali sentenze deve essere convertito in appello, in quanto le censure sollevate attengono ad aspetti di fatto che devono essere valutati dal giudice di secondo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. DI CASOLA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di BRESCIA;

nei confronti di:

1) FA. PH. TA. NE. AZ. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/12/2006 TRIBUNALE di BRESCIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO NICOLA;

Udito il P.G. in persona del Dott. MONETTI Vito, che ha concluso per la conversione…

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