Consiglio di Stato sentenza n. 3386 del 2014

ECLI:IT:CDS:2014:3386SENT

Massima

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L'interdittiva antimafia prefettizia, quale misura preventiva volta a impedire il condizionamento dell'attività imprenditoriale da parte della criminalità organizzata, può essere adottata anche in assenza di accertamenti definitivi in sede penale, purché sorretta da elementi sintomatici e indiziari che, nel loro complesso, rendano ragionevolmente ipotizzabile il pericolo di infiltrazioni mafiose. Tali elementi non devono necessariamente consistere in specifiche condanne penali, ma possono essere costituiti da una pluralità di circostanze, anche risalenti nel tempo, che inducano a ritenere possibile il tentativo di ingerenza della criminalità organizzata nell'attività dell'impresa. L'interdittiva antimafia, pertanto, non richiede un grado di dimostrazione probatoria analogo a quello richiesto per l'accertamento della responsabilità penale, essendo sufficiente che emergano sufficienti indizi del pericolo di condizionamento mafioso, valutati complessivamente dal Prefetto nell'esercizio di un ampio potere discrezionale sindacabile solo sotto il profilo della logicità e della ragionevolezza. La conseguente revoca di finanziamenti pubblici concessi all'impresa destinataria dell'interdittiva antimafia, in quanto misura accessoria e consequenziale, non può essere considerata illegittima, atteso che l'Amministrazione è tenuta a impedire l'erogazione di risorse pubbliche a soggetti ritenuti a rischio di infiltrazione mafiosa.

Sentenza completa

N. 00362/2013
REG.RIC.

N. 03386/2014REG.PROV.COLL.

N. 00362/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 362 del 2013, proposto dalla:
Regione Calabria, in persona del Presidente p.t., rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso ((omissis)) in Roma, viale ((omissis)), n. 61;

contro

((omissis)), rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto in Roma, presso la Segreteria del Consiglio di Stato;

nei confronti di

- Ministero dell'Interno, in persona del Ministro p.t., e U.T.G. - Prefettura di Reggio Calabria, in persona del Prefetto p.t., rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi,…

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