Il giudice dell'esecuzione, nell'esaminare l'istanza di revoca della sentenza di condanna per il reato di cui all'art. 4 del D.Lgs. n. 74/2000, a seguito di intervenuta parziale abolitio criminis, è tenuto a verificare concretamente se il fatto oggetto della condanna rientri ancora nella fattispecie penalmente rilevante, confrontando la vecchia e la nuova disciplina normativa. Ove accerti che il fatto non è più previsto dalla legge come reato, il giudice deve dichiarare l'estinzione del reato e revocare la sentenza di condanna, ai sensi dell'art. 673 c.p.p. e dell'art. 2, comma 2, c.p. Tuttavia, il giudice non è vincolato alle deduzioni del condannato, dovendo autonomamente valutare, sulla base degli elementi acquisiti nel processo, se il fatto sia divenuto penalmente irrilevante. Pertanto, il mero richiamo da parte del condannato alla parziale depenalizzazione operata dal D.Lgs. n. 158/2015 non è sufficiente, ove non siano forniti specifici elementi di fatto idonei a dimostrare che il fatto per cui è intervenuta la condanna rientri nella nuova fattispecie depenalizzata. In assenza di tali elementi, il giudice dell'esecuzione può legittimamente rigettare l'istanza di revoca della sentenza di condanna.