Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50065 del 12 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:50065PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il falso ideologico commesso mediante la falsificazione di firme su un contratto di affitto, al fine di ottenere indebitamente contributi comunitari, non integra il reato di truffa qualora l'imputata dimostri di aver agito in buona fede, essendo stata indotta in errore dalla persona che aveva materialmente apposto le false firme, senza avere alcun interesse diretto a percepire i contributi indebitamente. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il reato di truffa non sussiste quando l'imputato, pur avendo materialmente commesso il falso ideologico, abbia agito in buona fede, essendo stato indotto in errore dalla persona che aveva apposto le false firme, senza avere alcun interesse diretto a percepire i benefici indebitamente ottenuti. Ciò in quanto l'elemento soggettivo del dolo, necessario per la configurazione del reato di truffa, non può ritenersi integrato qualora l'imputato non abbia avuto coscienza e volontà di porre in essere la condotta fraudolenta e di conseguire un ingiusto profitto. La Corte, nel caso di specie, ha ritenuto che l'imputata, pur avendo materialmente presentato il contratto di affitto con le firme false, non fosse consapevole della falsità delle stesse, essendo stata indotta in errore dalla persona che le aveva apposte, senza avere alcun interesse diretto a percepire i contributi comunitari, i quali erano stati invece devoluti alla suocera. Pertanto, in assenza dell'elemento soggettivo del dolo, non può configurarsi il reato di truffa, dovendosi invece pronunciare sentenza di assoluzione. La massima sottolinea come, ai fini della configurabilità del reato di truffa, non sia sufficiente la mera condotta materiale di presentazione di un documento falso, essendo altresì necessario che l'imputato abbia agito con coscienza e volontà di porre in essere una condotta fraudolenta e di conseguire un ingiusto profitto. Qualora tali elementi soggettivi non siano integrati, in quanto l'imputato sia stato indotto in errore da terzi senza avere alcun interesse diretto nel conseguimento del profitto illecito, deve escludersi la sussistenza del reato di truffa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

2. (OMISSIS) nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 26/11/2012 pronunciata dalla Corte di Appello di Roma;

nei confronti di:

(OMISSIS) nata il (OMISSIS);

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto;

udito il difensore avv.to (OMISSIS) per l'imputat…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.