Il Comune, in qualità di proprietario di un immobile confiscato ai sensi della legge 575/65, può legittimamente decidere di mutarne la destinazione d'uso da commerciale a residenziale, nell'esercizio della propria discrezionalità amministrativa, al fine di destinarlo ad abitazione di soggetti in condizioni di disagio sociale, senza che ciò comporti la necessità di comunicare l'avvio del procedimento ai condomini dello stabile interessato, in quanto l'intervento non incide sulle parti comuni e non reca pregiudizio ad interessi meritevoli di tutela. Tale scelta discrezionale dell'Amministrazione comunale non è sindacabile in sede giurisdizionale, salvo che non risulti viziata da eccesso di potere, difetto di istruttoria o travisamento dei fatti, circostanze che nel caso di specie non sono state dimostrate. Pertanto, il mutamento di destinazione d'uso da commerciale a residenziale di un immobile di proprietà comunale, finalizzato all'assegnazione di alloggi a soggetti in condizioni di disagio sociale, rientra nell'ambito della discrezionalità amministrativa dell'ente, senza che ciò comporti la necessità di comunicare l'avvio del procedimento ai condomini dello stabile interessato, in quanto l'intervento non incide sulle parti comuni e non reca pregiudizio ad interessi meritevoli di tutela. Tale scelta discrezionale dell'Amministrazione comunale non è sindacabile in sede giurisdizionale, salvo che non risulti viziata da eccesso di potere, difetto di istruttoria o travisamento dei fatti.