La revoca dell'autorizzazione all'esercizio di un impianto di distribuzione di carburanti è legittima qualora l'impianto risulti privo di sede propria con profondità inferiore a 2,20 metri dalla carreggiata, per cui il rifornimento avviene sulla sede stradale all'interno dei centri abitati, in violazione della normativa regionale di settore. Ciò anche quando l'impianto, pur avendo una piazzola di sosta interna, risulti di fatto inutilizzabile a causa della sua conformazione e accessibilità, costringendo gli utenti a effettuare il rifornimento sulla sede stradale, con intralcio alla circolazione. La nozione di "sede stradale" ai fini dell'applicazione della normativa regionale deve essere individuata secondo le definizioni del Codice della Strada, che la distingue dalla "carreggiata" e comprende anche le fasce di pertinenza. L'amministrazione comunale è legittimata a verificare la compatibilità urbanistica ed ambientale dell'impianto e, in caso di accertate irregolarità, a disporne la revoca dell'autorizzazione, senza che ciò comporti la decadenza del relativo potere per decorso dei termini previsti dalla normativa statale in materia di distribuzione dei carburanti.