Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45955 del 15 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:45955PEN

Massima

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Il possesso di beni altrui da parte dell'imputato, anche se accompagnato da dichiarazioni circa la loro legittima provenienza, non è sufficiente a superare la prova testimoniale e documentale della loro effettiva sottrazione da parte dell'imputato, qualora il riconoscimento immediato da parte della persona offesa e la coerenza del suo racconto siano supportati da elementi probatori oggettivi, come la tempestività della denuncia e l'incompatibilità del valore dei beni con la capacità economica dell'imputato. In tali casi, il giudice di merito può legittimamente ritenere provata la responsabilità penale dell'imputato per il reato di furto, senza che la Corte di Cassazione possa sindacare tale valutazione probatoria, se sorretta da adeguata motivazione e non manifestamente illogica. Inoltre, il diniego di una perizia richiesta dalla difesa non costituisce vizio di legittimità, in quanto rientra nella discrezionalità del giudice di merito, se adeguatamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso presentato nell'interesse di

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa il 28/06/2012 dalla Corte di appello di Milano;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Il difensore di …

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