Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società contro un provvedimento comunale che aveva previsto l'applicazione della colonna A della tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V, parte quarta, del d.lgs. n. 152/2006 alle aree attualmente adibite ad attività alimentari, ha rilevato che il Comune, con successiva deliberazione di Giunta, aveva rivisto la propria posizione, aderendo alle tesi della società ricorrente e disponendo l'applicazione della più favorevole colonna B della medesima tabella. Pertanto, il Tribunale ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, non essendo più attuale la controversia a seguito dell'accoglimento delle richieste della società. La massima che può essere tratta dalla sentenza è la seguente: Il ricorso giurisdizionale diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse quando l'amministrazione, nel corso del giudizio, revoca o modifica il provvedimento impugnato in senso favorevole al ricorrente, soddisfacendo così la sua pretesa originaria. Il principio di diritto espresso dalla massima è che il venir meno dell'interesse del ricorrente a seguito dell'accoglimento della sua richiesta da parte dell'amministrazione determina l'improcedibilità del ricorso, non essendo più attuale la controversia. Ciò in applicazione del principio di economia processuale e di concentrazione del contenzioso, evitando l'inutile prosecuzione di un giudizio privo di utilità per il ricorrente. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa esprime il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.