Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9528 del 10 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:9528PEN

Massima

Il dolo del reato di resistenza a pubblico ufficiale sussiste quando l'agente, pur non avendo l'intento di ledere l'incolumità fisica degli agenti, dirige la propria condotta con consapevolezza e volontà ad impedire o ostacolare l'attività di servizio svolta dai pubblici ufficiali, a prescindere dall'effettivo verificarsi di conseguenze dannose. Ai fini dell'esclusione della particolare tenuità del fatto, è sufficiente che il giudice motivi l'assenza di uno solo dei presupposti previsti dall'art. 131-bis c.p., laddove lo ritenga decisivo, senza necessità di esaminare tutti gli indici di cui all'art. 133 c.p. In particolare, la presenza di conseguenze dannose non esigue, come lesioni personali, è idonea a escludere la particolare tenuità, a prescindere dalla mancanza di abitualità del comportamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 18/11/2019 dalla Corte di appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DALL'OLIO Marco, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Ricorre per cassazione, per il tramite del suo difensore, (…

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