La decadenza dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica può essere dichiarata quando l'assegnatario lo lasci inutilizzato per un periodo superiore a sei mesi continuativi, salvo che non sia espressamente autorizzato dall'ente gestore per gravi motivi familiari, di salute o di lavoro. Tale decadenza è legittima anche qualora l'assegnatario, pur avendo corrisposto regolarmente il canone, non abbia fatto rientro nell'alloggio dopo un prolungato ricovero presso una struttura sanitaria, non avendo dato prova di voler riprendere effettivamente possesso dell'abitazione. La qualità di profugo dell'assegnatario, pur rilevante ai fini dell'originaria assegnazione, non costituisce ostacolo alla pronuncia di decadenza in caso di mancato utilizzo dell'alloggio per un periodo superiore ai sei mesi, essendo tale requisito rilevante solo per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica e non per il mantenimento dell'assegnazione. L'inerzia dell'assegnatario nel far rientro nell'alloggio, nonostante le sollecitazioni dell'ente gestore e le concrete possibilità di rientro attestate dalla struttura sanitaria, integra il presupposto per la declaratoria di decadenza, non potendo il mero pagamento del canone far sorgere un legittimo affidamento ostativo a tale provvedimento.